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Recensioni

Oreste Soave

(1996)

 

Nel nostro tempo della comunicazione globale, gli stili e le tendenze ci giungono di continuo e dappertutto. E sono giunti, questi influssi, anche a Gabriella Cocco, che nelle tonalità dei suoi quadri richiama l’espressionismo (più quello della seconda generazione che non l’originale tedesco). Però tale atteggiamento è anche garanzia che la pittrice, nel momento  in cui, dopo molti anni di pittura solitaria, decide di affrontare le mostre, non seguirà acriticamente il richiamo delle mode.  

 

 

Antonio Oberti

(1997)

 

La pittura di Gabriella Cocco è di tradizione verista, accompagnata da notazioni espressionistiche che rispondono al suo temperamento. Il raggiungimento della maturità  artistica la porta a scoprire  l’essenziale,ovvero il gioco dei  colori  nel paesaggio, esaltati di  volta in volta dai raggi di luce solare o da quelle sensazioni d’abbandono malinconico che crea una piovosa giornata d’autunno. L’impressione generale , dunque, analizzando i  dipinti di Cocco Gabriella, ci conduce ad una naturalezza che soprattutto nei nudi femminili è rigogliosamente piena di forza di comunicazione e di varie risonanze che impegnano la fantasia.

 

 

Vittorio Abrami

(1998)

 

Gabriella Cocco ha assorbito le lezioni più differenti e si muove a suo agio nei soggetti più vari. Tuttavia, si avrebbe torto a fare di questa pittrice così dotata una semplice virtuosa del pennello. A mio parere, essa raggiunge le mete più alte soprattutto là dove la guida l’emozione. L’artista si rivela anche nel difficile soggetto del nudo, in cui disegno e colore si scambiano i loro ruoli in modo estremamente efficace.

 

 

Giuseppe Mugnoni

(1999)

 

La tavolozza di Gabriella Cocco è un crogiuolo nel quale sono fusi colori, sentimenti, fantasie, umori e memorie. E quando l’Io creativo apre il colloquio con l’arte, il pennello fa da tramite con la cultura espressiva dell’artista. Ecco i nudi di donna,i paesaggi,le simbologie che rivelano una ricca maturità espressiva.

 

 

Giorgio Falossi

(2000)

 

Figure segnate da una gestualità piena di fremiti, di attese ma anche di ansie. Il colore a strisce  ad unica tonalità , rafforza questa atmosfera su un’umanità così multiforme esternamente ma altrettanto misteriosa nel singolo.

 

 

Livia Ravallese

(2003)

 

Misteriose figure monumentali emergono dalla superficie dei dipinti come sirenidi o naiadi , figure che si permeano di significati ermetici e complici, complice la magia trasparente delle pennellate”

“Mentana Dic.2006 Genn.2007” – L’artista propone tele in cui il tratto moderno pare scarnificare i personaggi e ridurli a simboli che nonostante una certa corposità del tratto, sembrano immagini che si riferiscono a remoti ricordi della psiche, soffusi di un aurea misteriosa.

 

 

Salvatore Russo

(2009)

 

Gabriella Cocco attraverso le sue opere-verità scavalca quella che è l’ideal siepe di una figurazione che viene solo accennata, per poi dissolversi nei meandri di una memoria che si fa storia e, che viene rievocata attraverso figure e simboli primitivi. Un uomo che giunto in una caverna vuole ritrovare se stesso. Il mito della caverna descritto da Platone, diventa per l’artista una sorta di “Conosci te stesso” per dirla alla Socrate. La figurazione assume i tratti di un voler manifestare il proprio Io. Un simbolismo segnico e cromatico che confluisce su una tela, che da tabula rasa, si trasforma in un nuovo universo concettuale. Monocromi, colori freddi e caldi rossi caratterizzano l’arte della Cocco. Un urlo che da tacito si fa sempre più assordante. Un voler essere che chiede di tornare alla luce. Figure che ritornano come lo scorrere delle stagioni. Uomini che si fanno carico di valori in cui il significante ha la stessa valenza semantica del significato. Un linguaggio che assume le caratteristiche dell’universalità linguistica che, attraverso pennellate cariche di significato, raggiunge il fine ultimo della comunicabilità. La tela diventa mondo e chiede solo di essere “sporcata” da una mano che con gli anni ha assunto quella valenza segnica portatrice di significati celati nell’oblio.

 

 

Antonio Malmo

(2010)

 

Devo confessare che mi ha particolarmente colpito l'espressività della pittrice Gabriella Cocco, sincera quanto mai nel riproporre attraverso il segno ed il colore i suoi vari stati d'animo, le sue ansie, le sue paure come pure i richiami ad una realtà che si muove molto velocemente, con ritmi frenetici, sicuramente non a misura d'uomo.

Le contraddizioni che Gabriella Cocco riscontra nella società contemporanea- nel suo quotidiano vissuto-sono le stesse che ciascuno di noi rivive nella propria esperienza giorno per giorno.
Dobbiamo ammettere che la nostra artista possiede un'estrema sensibilità e da attenta osservatrice del mondo esterno analizza gli eventi, i personaggi e la complessità delle azioni degli uomini mentre si agitano, occorrono, fuggono per arrivare sempre allo stesso punto di partenza.
Mi preme mettere in evidenza che nella sua pittura non ce la mistificazione alcuna, piuttosto, noi avvertiamo lo svolgersi di un dialogo aperto con tutta l'umanità sulle tematiche e sulle problematiche più scottanti presenti nella società contemporanea come l'ecologia, la violenza dell'uomo sull'uomo e le varie guerre ancora in atto-tra l'altro-sotto tutte le latitudini.
Per tutto ciò mi sembra opportuno affermare che la pittura di Gabriella Cocco non è arte per arte quanto piuttosto "arte che la vita" con i suoi preziosi messaggi che si propongono attraverso le brune atmosfere, nel contesto della tela, atmosfere vagamente legate all'espressionismo ma con codici, simboli e colori molto personali.
In verità, le masse, sotto in polso psicologico della nostra artista nell'attimo dell'ispirazione danno vita a rappresentazioni, figure o stati d'animo di particolare suggestione e di pulsioni intime, segrete e nelle differenti valenze dell'intensità cromatica possiamo immaginare il suo stato d'animo in quel mentre nasce "l'idea" dell'opera stessa.
Dobbiamo convenire che proprio attraverso la pittura Gabriella Cocco riesce a liberarsi delle tensioni che colpiscono tutti noi nel nostro cammino, vissuto tra l'indifferenza l'alienazione e l'incomunicabilità con i propri simili.
A mio giudizio, la nostra pittrice non conosce frontiere né barriere perché la sua pittura e spontanea, genuina, sincera. Non c'è alcun possibile riferimento con altre mode occorrenti per ottenere gli stupendi giochi di luci e di ombre ma mi sembra necessario affermare che tutto è ottenuto grazie la sua ricchezza spirituale, ai suoi sentimenti e alle sue naturali doti artistiche.
Come possiamo notare non mancano delle scene, delle ambientazioni e dei momenti di vita più sereni trascorsi nell'ambito familiare tra amici tra una passeggiata dell'altra o ancora con una buona lettura per non perdersi nel tunnel della violenza più inaudita.
Purtroppo, i momenti di sconforto, di crisi profonda udita e tre riflessioni si ripresentano quando l'uomo riconosce i limiti della propria finitezza e l'incapacità di superare i 1000 ostacoli di varia natura che si frappongono nella realizzazione dei propri desideri e progetti o dei propri sogni. Tutto un discorso composito con un linguaggio di pittura legata alla pittrice, alle sue preoccupazioni interiori, intime, spirituali-discorso che certamente non si può rinchiudere in una qualsiasi etichetta, in quanto dinamizzar-con forza, gestuale e cromatica-pensieri, sentimenti e stati d'animo.
Infatti, la pittura di Gabriella Cocco cambia con la vita attraverso i mille affanni, le tribolazioni e i tormenti ma anche con qualche gioia, remoti ricordi dolcissimi sogni e battezzate speranze.
Come possiamo notare sono richiami di cose segrete, metafore senza parole, sono un modo di creare un particolare vocabolario cromatico, molto personale, confessioni di radice effettivamente cromatica.
Dobbiamo convenire che proprio dentro tale ansiosa sensibilità della materia pittorica, l'artista Gabriella Cocco offre tutti noi le sue prove superiori di azione artistica.
Avrei voluto poter citare tutte le sue validissime opere ma mia praticamente impossibile e per questo motivo, ne citerò solo alcune a caso come: "Certezze nel futuro", "Andare oltre", "Ascoltando la musica", "La grotta", "Najade controluce" , "Moto", "La famiglia", "Il centro della vita", "quattro amici", "Violenza nel mondo", "La società", "Ritorno a casa", "Il tunnel", "Poltrona" e "Gioventù", che, a mio avviso, rappresentano, sono e restano la testimonianza più viva e più concreta delle sue invidiabili doti di donna e di artista agli inizi del terzo millennio.
Dobbiamo riconoscere che se abbiamo potuto ammirare tutto ciò nelle sue composizioni lo dobbiamo anche alle sue innegabili e straordinarie capacità puramente pittoriche.
I simboli, i codici, i segni usati dall'artista sono inconfondibili, multiformi, variegati e personalissimi.
A mio giudizio, non c'è sfaccettatura dell'animo umano che nella sua pittura non sia presa in considerazione con grande amore e rimarchevole partecipazione emotiva.

Stilizzate, anelanti alla più assoluta libertà fisica e pronte a cogliere sempre e comunque le bellezze della vita-pur se tra privazioni e umiliazioni-le sue figure riflettono e simboleggiano la pochezza spirituale, la fatuità delle aspirazioni e la mancanza dei vari valori, della vita come l'umiltà e il rispetto della personalità altrui.
Le intuizioni e le soluzioni tecnico-pratiche della nostra pittrice confermano le sue apprezzabili capacità compositive e di amalgama dei colori, creando delle stupende profondità che attestano la sua perfetta conoscenza delle leggi della prospettiva.
Le atmosfere luminose per lo più annunciano il particolare stato di grazia, di fiduciosa speranza nel cammino futuro dell'umanità intera.
In presenza di tonalità brune, meno solari, possiamo essere certi dell'inquietudine, della malinconia e della nostalgia che la assalgono quando ella avverte il disagio del presente, l'incomunicabilità tra gli uomini ovvero la mancanza di dialogo tra di loro.
Tra l'altro, la cattiveria dell'animo umano, la solitudine morale dell'uomo contemporaneo che la sua miseria spirituale hanno richiamato spesso all'attenzione della nostra artista, che ha maturato una lunghissima e proficua esperienza nel campo delle Arti figurative e conosce alla perfezione le varie tecniche pittoriche.
A mio avviso Gabriella Cocco ha ampiamente meritato nel passato e calorosi consensi del pubblico e della critica, anzi, sono convinto che-in futuro-i loro pareri saranno ancora più lusinghieri, perché la sua pittura e diva, partecipativa il ricca di validi messaggi per l'umanità intera.
AD MELIORA!!!

 

 

Bibliografia

 

Realizzazione della copertina del libro “ALBERO MAGICO DELLA POESIA” 1997.

Enciclopedia  CELIT – ARTE ITALIANA PER IL MONDO 1995.

ACCA – ANNUARIO D’ARTE MODERNA  - ANNO  ’96 – ’97 – ‘98.

DIZIONARIO ENCICLOPEDICO INTERNAZIONALE D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA 2000/2001 – Casa Editrice  ALBA – Ferrara.

Rivista Mensile “TENNIS OGGI” 20/01/2001 -  presso IL Circolo Sportivo della RAI  personale ispirata alle poesie  del libro “Incantesimo” con la partecipazione dell’autore e vincitore del Trofeo Medusa Aure dell’Accademia Internazionale  d’Arte Moderna.

Notiziario Dell’ACCADEMIA INTERNAZIONALE D’ARTE MODERNA N.52 – Aprile-Giugno 2001 - ANNO XXVI-N.2.

Quotidiano  “LA PROVINCIA” Redazione Frosinone 20/05/2005.

Editoriale “CIOCIARIA OGGI “ 20/05/2005.

Mensile di cultura, arte ed attualità “VITA CIOCIARA” – Maggio 2005.

Quotidiano “LA VOCE “ Cerveteri  - 20/06/2006.

Bimestrale. -Eventi culturali – Settembre 2009.

Periodico di arte e cultura – EURO ARTE – genn/febb. 2010.

Catalogo “Archivio Nazionale dell'arte Contemporanea. CDE Gruppoarte” Le opere di Gabreilla Cocco sono catalogate  al numero 1223/20.

 

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